giovedì 17 aprile 2008

La boccia del pesce rosso

Ce la sto facendo.
Sto evitando tutti i tg+tutti i giornali (pure quelli gratis sulla metro) e quando vado al cesso leggo Charlie Brown.
Dal 13 Aprile sono in beato isolamento.
Ho messo pure le piante sul terrazzo, se proprio devo mi lamento con loro. Però non capita, mi è di botto passato l'interesse, come per il calcio dopo l'affare Moggi.
Sento di aver dato tutto; l'energia mi manca, sento di non aver nulla di nuovo da dire, quando parlo di politica mi esaspero e mi autoannoio in profondità.
E sono stanco delle cene in cui si parla dell'Italia ignorante e senza memoria.
E sono stanco di quelli che dicono che non possiamo non parlare di politica e che tutto quello che si fa è politica.
Un bel cazzo.
Non si può più combattere o discutere a queste condizioni, con questa gente, a questo livello, su questi argomenti. E' una questione di dignità.
Tu vai pure a teatro che io ti aspetto a casa.

mercoledì 9 aprile 2008

Magdi Cristiano

Mi son svegliato di soprassalto, ho fatto tutto in fretta. Ho lucchettato la bici nel cortile dell'ufficio. Poi è suonata la sveglia: le 7 e 50. Ma ormai sono già al lavoro (mi devo far vedere da uno bravo). Ci casco di nuovo: invece di finire il mio libro vado in giro per i blogs e finisco sul sito dell'ICN, il mio preferito. Mi ero dimenticato che Magdi Allam s'è fatto battezzare dall'incredibile Benedetto nel giorno di Pasqua, scegliendo il nome di Cristiano. Mi vien da pensare che poteva farsi battezzare a Cerveteri e farsi chiamare Luigi. Mi vien da pensare che quando qualcuno accetta di prendere parte a questo dramma, in cui i poteri usano l'odio e lo spettacolo per legittimarsi, perde fino all'ultimo grammo della propria dignità. Di nuovo, l'atto simbolico sostituisce la profondità, la concretezza, la volontà di affrontare realmente un problema, un rapporto, un cambiamento. Nei commenti seguiti all'avvenimento, pro o contro, si avverte chiaramente il gusto della fruizione dell'atto simbolico e la soddisfazione ancora maggiore di poterlo commentare, evitando così l'approfondimento delle questioni che solleva. Sì, mi sono accorto che lo sto facendo anche io; ci vivo anche io, come tutti, qua dentro, e non faccio niente di diverso. Ma me ne accorgo, cazzo, e ci provo, ci provo a non bermele tutte.
Magdi Cristiano. Minchia che depressione.

martedì 1 aprile 2008

Sballo!

La relazione dell'uomo con la droga mi sembra senza tempo. Ha a che fare con le scelte personali,la pericolosità sociale, l'efficienza produttiva, l'eticità, le responsabiltà. Non si è vili se si sceglie di uscire consapevolmente da qualcosa per entrare in qualcos'altro, di uscire da se' per perdersi, non si è vili quando si ammette di faticare, di aver paura, non si è vili se ci si concede una pausa, non si è vili se si cerca un'emozione. Lo si fa con il paracadute, con la moto, con la bibbia, con la musica, con la droga. Si è vigliacchi quando si preferisce condannare qualcosa perchè lo si teme, perchè è meglio dire "è merda" piuttosto che pensare con calma e onestà. E' facile così, è semplice pensare che il rischio che si prende chi si droga sia meno buono del rischio che si prende chi vola, scia, arrampica, combatte guerre. Chi si droga decide che in quel momento ciò che è meglio per se' è prendersi una pausa, scappare, volare, arrampicare, concedersi un pò di serenità o di vuoto. Questo è, come è sempre stato, l'uomo che fugge dalla sua condizione ineludibile di uomo. Il paradosso è, semmai, che nemmeno l'uomo riesce a essere uomo senza desiderare almeno un po' di non esserlo. A questo non siamo educati: a vivere il paradosso. A ben guardare, lo vedo in ogni angolo, e lo vedo sempre, sano, malato, drogato o sobrio che sia.